25 aprile, la Resistenza delle donne, il loro sacrificio per liberare l’Italia dalla dittatura fascista
Si dice che il 25 aprile splende sempre il sole,anche se fuori piove splende il sole.
E’ una giornata di festa e nelle giornate di festa si gioisce insieme,.
Tante” manifestazioni” anche oggi, sui balconi alle 15 a cantare “Bella Ciao”, Tosca in Tv canta l’inno di Mameli., per non dimenticare i sacrifici fatti in nome della libertà.
Un pensiero particolare da donna, va a tutte le donne partigiane, spesso dimenticate ma che, talvolta silenziosamente, sono state protagoniste della vita sociale,
Una resistenza la loro quasi “taciuta”, dimenticata.
Durante la resistenza le donne prestavano soccorso agli ammalati, si occupavano della raccolta di cibo, medicinali, aiutavano i familiari dei caduti in guerra e le famiglie di partigiani bisognosi.
Spesso nelle fabbriche al posto degli uomini, chiamati in guerra, erano anche parte attiva nelle riunioni politiche, si cimentavano nell’uso delle armi,
Grazie alla loro astuzia superavano i posti di blocco e entravano in contatto con i militari e, se catturate, subivano anche loro le peggiori torture.
Fondamentale il ruolo di “staffetta” della donna ricoperto da giovanissime donne poco più che adolescenti, in quanto destavano meno sospetti..
Le staffette garantivano i contatti tra le varie brigate e mantenevano i collegamenti tra i partigiani e le loro famiglie. Tutti armati, portavano avanti un ruolo estremamente pericoloso.
Era la staffetta che entrava in contatto con i medici per informarli delle malattie contratte dai partigiani e delle loro ferite. Percorrevano molta strada in bicicletta per trasportare armi e munizioni, ruolo particolarmente riconosciuto , questo della staffetta, vista la sua pericolosità.
Pensiamo alla più famosa delle staffette: Carla Capponi, scomparsa nel 2000 insignita della medaglia d’oro al valor militare.. Ci furono anche le donne combattenti, scese in prima linea al fianco dei partigiani, al freddo e in condizioni di estremo disagio. Il loro ruolo fu essenziale, di grande supporto morale all’interno del gruppo.
Alcune donne, nel corso della guerra di liberazione, ebbero anche un ruolo istituzionale,
Il mio pensiero va a Gisella Floreanini, prima donna in Italia ad avere un incarico governativo nel 1944, a Nilde Iotti che da responsabile dei gruppi di difesa della donna nella raccolta di indumenti, medicinali e alimenti, nel 1946 fu eletta in Parlamento come deputato e poi come membro dell’Assemblea Costituente.
A tutte queste donne oggi va il mio ringraziamento e un pensiero affettuoso, per non dimenticare il loro sacrificio in questa giornata di liberazione, affinché sia sempre il 25 aprile.