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25 dicembre 2021
rosella lisoni
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E’ arrivato dal 9 giugno nelle sale italiane “Esterno Notte” parte 2, finale del film dedicato alla vita di Aldo Moro. L’anteprima del 1 giugno ha registrato 60.000 visitatori.

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”Tu non vuoi vincere, vuoi morire da eroe”, si esprime così, con toni concitati Adriana Faranda, brigatista rossa, nei confronti del suo uomo: Valerio Morucci.

Lei che viene apostrofata da Morucci come “rivoluzionaria e cattolica”.

Lei che, in nome della rivoluzione, aveva abbandonato tutto, figlia compresa.

Prime crepe che affiorano all’ interno del pensiero dei brigatisti rossi, descritti come non coesi, divisi, preoccupati, a tratti esaltati, a tratti insicuri.

Nella seconda parte del film “Esterno notte”, dal 9 giugno al cinema, Bellocchio tratteggia una delle vicende piu’ “buie” della storia italiana del 900 e mostra come la Storia incida profondamente sulle vicende personali dei protagonisti.

Un “umano” Aldo Moro, magistralmente interpretato da Fabrizio Gifuni, al contempo politico attento, padre affettuoso, marito dolcissimo e profondamente umano nella sua paura di morire.

Una decisa e forte Eleonora Moro, resa da Margherita Buy, che col suo volto e i continui primi piani restituisce perfettamente la rabbia, il dolore, la paura di quegli interminabili 55 giorni di prigionia del suo uomo che, fatalita’ , durante il sequestro, ritorna il fidanzato premuroso, accogliente, amorevole e dolce dei loro primi incontri.

Papa Paolo VI, un Tono Servillo in ottima forma che cerca disperatamente e con ogni mezzo, anche ricorrendo ad un riscatto, di salvare l’ amico Aldo Moro, alla morte del quale sopravvive tre mesi.

Francesco Cossiga, allievo di Moro, interpretato da Fausto Russo Alesi, che si mostra irrequieto, instabile, confuso, frenetico e descritto dallo stesso Moro come bipolare e ciclotimico.

Film politico, film di denuncia, a tratti onirico, che giunge a prospettare un finale differente, in cui il Presidente della Democrazia Cristiana viene liberato dai brigatisti e rinuncia a qualsiasi incarico politico.

Film che fa luce sulla fragilità dei sentimenti, sulla paura della morte e sull’ incertezza della vita.

Film che accende riflettori su” gli uomini e le donne che agirono della prigione, coinvolti a vario titolo nel sequestro: la famiglia, i politici, i preti, il Papa, i professori, i maghi, le forze dell’ ordine, i servizi segreti, i brigatisti in libertà e in galera, perfino i mafiosi e gli infiltrati”, come sottolinea Bellocchio.

Film ottimamente girato, accurato nella pubblicazione degli interni, delle abitazioni nelle quali vivono e dalle quali fuggono i brigatisti e l’ abitazione dei familiari di Aldo Moro.

Gelide, algide, prive di calore le prime, accogliente, calda, conviviale l’ altra in cui si respira area di famiglia, in cui gli affetti vengono onorati durante i pranzi pasquali e nella quotidianità.

Asettiche, impersonali le stanze del potere in cui si muovono e operano i politici democristiani, riflesso della loro solitudine e infelicita’.

Politici che a tratti assumono un aspetto macchiettistico, caricaturale.

Non mancano scene di repertorio, note ai piu’ e che restano impresse nelle mente degli spettatori, dei funerali di Stato senza feretro, come voluto dallo stesso Aldo Moro e deille cariche di potere che i politici hanno continuato a ricoprire anche dopo l’ uccisione di Moro.

Grande opera del maestro Bellocchio, da non perdere.

Avvincente, con taglio coinvolgente, originale, dolce, empatico ed estremamente incisivo che gli ha permesso di descrivere, con estrema delicatezza, una delle pagine piu’ cupe e crudeli della storia politica italiana.

Il film: Scritto da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino, diretta da Marco Bellocchio, nel cast Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro, Margherita Buy, Toni Servillo, Fausto Russo Alesi, Gabriel Montesi e Daniela Marra.

Il film sarà trasmesso nell’originale formato seriale in autunno su Rai 1.

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