top of page
cancel.png
27 aprile 2020
rosella lisoni
beggi.jpg
vite in comune

“Ora come non mai ho voglia di tornare nella mia terra, Montalto di Castro”, parla la “maestra” Monica Beggi

Monica Beggi è nata a Montalto e fino all ‘età di 26 anni ha vissuto in paese,

In seguito si è trasferita per lavoro nella provincia di Roma, dove nella insegna nella Scuola Primaria alle classi prime.

E’ una di quelle maestre che da ben 13 anni viaggia con la propria macchina, macinando chilometri per raggiungere il posto di lavoro.

Monica ricorda alla perfezione come ha appreso la notizia del lockdown.

“Tutto è iniziato giovedì 5 marzo”, ci racconta Monica, ”mentre eravamo tutti a scuola ignari ed occupati nelle nostre attività.

Poi qualcuno ci ha sussurrato sommessamente, come se un nemico invisibile potesse sentirci, di far portare a casa i libri e i quaderni ai bambini, perché non si sapeva se la scuola avesse riaperto il giorno successivo.

Tutto in modo molto edulcorato, come se si trattasse di un improbabile provvedimento di breve durata. E mentre, sempre quasi senza dare nell’occhio come se qualcuno ci stesse spiando, i bambini a turno riempivano e gonfiavano i loro zaini, mi chiedevano il perché e cosa stesse succedendo.

A ripensarci ora, ho il ricordo di una situazione surreale, come poi è continuata ad essere fino ad ora!

Surreale così come surreale è diventato il nostro squallido modo di fare scuola a distanza, che già un termine annulla l’altro, sono uno il contrario dell’altro: non esiste scuola a distanza, la vera scuola è solo in presenza. In presenza per asciugare lacrime, pulire nasi gocciolanti, allacciare scarpe, abbracciare, baciare, incitare, stimolare ed arrabbiarsi davanti a persone vere e non ad un gelido schermo!

All’improvviso ci siamo trovati (io, i miei alunni, le colleghe e le famiglie così preziose in questo momento) catapultati in un’assurda situazione; sto ore e ore con gli occhi davanti ad un pc o ad un cellulare preparando lezioni, correggendo lavori, inviando immagini, video ed audio di spiegazione, ma anche di saluti, di “mi mancate”, di “non vedo l’ora di riabbracciarvi”. Ed altrettanti ne ricevo: foto e video di poesie, di lavori o di frasi in inglese costellati di “maestra mi manchi…Ti voglio bene…Quando possiamo vederci?…Voglio tornare a scuola…”

Non c’è piattaforma o programma informatico che possa sostituire l’attività scolastica in presenza: mancano gli sguardi, gli occhi che parlano più di mille parole, mancano i cuori e i disegni appesi ad ogni angolo dell’aula, mancano i mal di pancia e i mal di testa, i denti che dondolano e cadono accendendo la curiosità di tutti, mancano le liti, le urla e poi le paci fatte!

E la tristezza aumenta nella presa di coscienza che ormai è tutto rimandato, a settembre, nell’incertezza più buia: senza sapere né come né quando…

Credo che tutti stiamo vivendo un po’ così, come sospesi nel vuoto, senza programmi, senza progetti.

Come ogni anno, questo dovrebbe essere il periodo del risveglio dal letargo invernale. Ed invece quest’anno sembra che questo letargo sia destinato a continuare. Di solito inizio già a sentire il profumo di mare e della mia terra, quella dove sono nata e che, appena posso, raggiungo felicemente, perché è lì che ritrovo i suoni, i profumi, i colori, le luci che mi hanno dato la vita e tra cui sono cresciuta.

Ho molta nostalgia di Montalto di Castro, oggi  a 55 anni mi trovo in provincia di Frosinone, tra le colline e le montagne di una terra bella, ma dimenticata e abbandonata da tutti: la Ciociaria.

Ma la Maremma ed il mare di Montalto sono un forte richiamo per me e ormai da troppo tempo non posso raggiungerli né tornare a casa mia. Spero che questo incubo finisca definitivamente prima possibile e che possiamo tutti tornare ad un minimo di normalità.

Spero di tornare a farmi delle belle e lunghe passeggiate in solitaria, come ho sempre amato fare, sulla riva del mare e raggiungere Marina di Montalto e a Pescia Romana e fare dei bei bagni.

bottom of page