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30 aprile 2020
rosella lisoni
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vite in comune

“Il mio mondo “sospeso” a Villa San Giovanni in Tuscia”, parla la “Bibliotecaria” Maria Giovanna Pontesilli

Maria Giovanna Pontesilli vive a San Giovanni in Tuscia e trascorre la sua quarantena con il marito e uno dei suoi cinque figli.

Lavora all’Università degli Studi della Tuscia da 33 anni, in qualità di  Responsabile del Polo Bibliotecario Umanistico d’Ateneo, i libri sono il suo mondo.

Molto attiva, grande lavoratrice e sempre pronta a realizzare nuovi progetti.

Ora è in smart working e ci confessa che questo periodo d’isolamento le inizia a pesare un po’.

“Siamo una famiglia numerosa, ho cinque figli e tre nipotine e non poter passare con loro i fine settimana mi mette tanta tristezza.

Solitamente trascorriamo tutti insieme i giorni di festa, penso alla Pasqua trascorsa,  e non  poterlo fare più mi proietta in una dimensione irreale, mi manca sicuramente il mio mondo.

Da casa lavoro comodamente, mentre ho dovuto sospendere la mia attività presso la Biblioteca comunale di Villa San Giovanni.

Mi mancano i miei studenti dell’Università e il rapporto con i bambini della scuola elementare, con cui di solito organizziamo delle attività per promuovere la lettura.

In verità sono molto coccolata: mio figlio e mio marito pensano a fare la spesa, mentre io, nei momenti di pausa dal lavoro, penso alla cucina, la mia grande passione.

Il mio paese è piccolo e, come accade ovunque, si è stretto intorno ai propri cari, la quarantena indubbiamente allontana tutti.

In paese non ci sono supermercati, abbiamo un piccolo emporio dove si riesce a trovare un poco di tutto.

 Molte persone si dedicano alla cura dell’orto e all’allevamento di animali da cortile, per l’uso familiare, un  passatempo che in questo particolare momento aiuta molto.

Le strade sono praticamente deserte, anche perché il paese non ha via di sfondo e quindi l’unico movimento è dato dai pochi abitanti che escono a fare la spesa.

 Qui il mondo è come sospeso anche se la vita continua a scorrere con i problemi di sempre; in realtà però, in questa fase di isolamento, dovuto all’emergenza sanitaria, la vita del paese ci fa ritrovare i valori veri, l’amore per la famiglia, per le cose semplici, per la buona cucina e ci fa comprendere che in fondo per essere felici basta veramente poco.

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