22 aprile 2020
rosella lisoni
vite in comune
“Ho descritto Marta agli inglesi e raccontato la storia della regina Amalasunta”, da Leeds la professoressa Patrizia Ronchetti
Patrizia Ronchetti è una grande amante della Tuscia, da sempre in visita a Viterbo e nei paesini del Lago di Bolsena,
Si laurea alla fine degli anni 90 in Antropologia Culturale comparata in lingua inglese.
La passione per le lingue e per lo studio dell’uomo dal punto di vista sociale, culturale e fisico la caratterizzano, è questo il suo tratto distintivo.
A Terni, dove viveva, inizia a lavorare come giornalista, aprendo una piccola azienda di pubbliche relazioni e svolgendo il suo lavoro girando per l’Italia, sempre in contatato con professionalità diverse.
Nel 2005 si trasferisce nel nord dell’ Inghilterra, nello Yorkshire ed è subito contattata dalla Leeds Beckett University. Un’insegnante si era trasferita a Londra e c’era bisogno di un tutor per diverse classi.
Si trasferisce a Leeds, dove attualmente vive e a messo su famiglia, e insegna a studenti che hanno “scelto” di studiare italiano. 15 anni di lavoro e di grandi, immense soddisfazioni.
Patrizia come vive ora l’esperienza dell ‘insegnamento in lingua ai tempi del Covid-19?
In questi tempi del Covid-19 la routine tipica settimanale e la presenza fisica in classe ha lasciato spazio alla semplice azione di accendere un computer, accedere a Skype …ecco qua, tutti pronti per la nostra lezione, senza lo stress del parcheggio, i ritardi e il traffico.
Gli studenti come stanno reagendo, incontrano difficoltà?
Devo ammettere di avere degli studenti eccezionali, principalmente sono post-graduates, cioè persone già laureate, o di un’età compresa tra i 30 e 70 anni che adorano la lingua italiana.
A cosa si deve la passione di questi studenti per la lingua italiana?
Loro hanno un familiare o un lavoro che li connette con l’Italia, per vacanze, per una residenza ( ben 5 hanno casa tra Lazio e Umbria) o semplicemente hanno una grande passione per l’Italia. parlano un italiano perfetto e sono molto curiosi.
Da quanto tempo fa uso delle lezioni a distanza?
Io ho iniziato le lezioni a distanza da circa 10 anni e considero lo smart working uno strumento eccezionale. Anche i miei studenti, prima dubbiosi ,magari per scarsa conoscenza, ora amano le nostre sessioni e la possibilità di vederci e parlare a distanza..
Come sono organizzate le lezioni on line?
Uso una piattaforma (Google classroom) dove organizzo tutti i compiti e dove carico video e materiale utile per grammatica, conversazioni e lessico, come avviene in Italia. Poi insieme lavoriamo, ognuno ha il suo spazio per discutere e scambiare opinioni.
Nessuna difficoltà quindi?
Unica difficoltà a volte la connessione, per il resto non ci sono problemi. Inutile dire che manca il contatto personale,ma adesso è il momento di sfruttare ciò che la tecnologia chi ha fortunatamente messo a disposizione. Se avessi insegnato negli anni 80e ci fosse stata un”emergenza tale, sarei rimasta senza lavoro!
Quali progetti sono sorti grazie allo smart working?
Lo smart working ha portato anche alla creazione e alla realizzazione di progetti diversi: classi di lingua italiana in primis, ma anche gruppi di lettura (leggiamo un libro di autori italiani a casa e poi ci incontriamo virtualmente per discuterne, rigorosamente in lingua italiana), moduli di scrittura (un invito ai miei studenti di praticare la lingua scrivendo), lingua spagnola (rispolverata dopo anni di accantonamento per pigrizia e poco tempo) e workshop di grammatica o di tematiche che spaziano dalla storia, alle tradizioni popolari e al territorio.
Per esempio, questa settimana faremo una visita virtuale nella Tuscia, conoscendone le caratteristiche e le bellezze. Conosco molto bene questa terra, sfondo di vacanze, gite e momenti familiari e ne ho colto aspetti particolari, sconosciuti e affascinanti.
Tutto ciò sarà condiviso con i miei studenti in una lezione universitaria incentrata sulla Tuscia e in particolare su Marta. un’occasione unica per loro e per me come insegnantte!
Quindi le sue lezioni a Leeds sono spesso incentrate sulle bellezze dell’Italia, mi sembra di comprendere?
Ogni volta che propongo una lezione e faccio conoscere aspetti non solo linguistici ma anche culturali, etici, sociali del mio Paese mi sento orgogliosa perché posso trasmettere la passione e l’amore per la mia terra e credo che questo sia visibile.
Ho fatto lezioni sulle bellezze dell’Umbria e della Tuscia, su personaggi che hanno fatto la storia; ma anche i minori, su professionalità che hanno contribuito allo sviluppo delmade in Italy.
Ho descritto Marta, l’Isola Martana e la storia delle Regina Amalasunta che sull’Isola visse e fu uccisa. Ho intervistato amici e persone nel campo dell’arte, della musica, della letteratura. Tutto questo con un solo obiettivo: far conoscere l’Italia da diversi punti di vista, ma tutti accumunati dalla passione e dall’orgoglio.
Patrizia, ha nostalgia dell’Italia?
Non sarei sincera se dicessi di no, facendo questo mi sento più vicina all’Italia e ho meno nostalgia. Quando si vive lontano dalle proprie radici, “nostalgia kicks in”, come dicono qui. La nostalgia bussa alla porta.
Cosa pensano gli Inglesi dell’Italia?
Gli Inglesi adorano letteralmente l’Italia,,senza dubbio. Credo che chiunque, di qualsiasi nazionalità abbia scelto e deciso di studiare la nostra lingua è perchè ama profondamente il nostro Paese.
Pensiamoci bene, la lingua italiana è parlata solo in Italia,, quindi ha un bacino d’utenza abbastanza limitato, se la paragoniamo all’inglese o anche allo spagnolo.
Ognuno dei miei studenti mi ha sempre detto che per loro è essenziale, quando viaggiano, comunicare nella lingua del Paese che li ospita e che l’Italiano è una lingua così musicale, fluida,dolce,… anche se grammaticalmente impegnativa!
Fare affidamento sull’insegnamento a distanza in questo momento di Covid 19 e di allontanamento sociale, ha dimostrato come sia un nuovo, diverso, sorprendente mezzo da sfruttare ma sempre e grazie alla tenacia e alla motivazione nell’apprendere una lingua che si ama.