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8 marzo 2020
rosella lisoni
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“Volevo nascondermi”, Elio Germano interpreta magistralmente Ligabue

“Io sono un artista e gli artisti si celebrano anche dopo morti”.

Ripete più volte il pittore Ligabue nel film “Volevo nascondermi”.

Aveva ragione lui, Antonio Ligabue, il pittore che ha portato sulla tela la sua rabbia, il suo tormento, la sua disperazione e ci ha regalato delle opere d’arte indimenticabili. Aveva ragione lui, il suo genio non si dimentica, il suo essere artista geniale, disperato, tormentato, non verrà mai dimenticato.

 La sua fame di vita, di amore, le sue paure, i suoi angosce non si dimenticano.

Un artista che porta sulla tela i suoi demoni, che usando il pennello, sembra urlare il suo dolore. Ma soprattutto un uomo, che trova nella pittura il suo riscatto sociale, la sua voce, la sua ragione di vita. Un uomo e un artista reso magistralmente da Elio Germano, vincitore della berlinale 2020 come miglior attore protagonista.

Un attore che “ha fatto suo” il dolore di Ligabue. Un gran bel film, da non perdere, un film duro ma poetico che, nell’altalenarsi di scene cupe e scene solari,  rende in immagine il dualismo del pittore. Buio e luce si susseguono, quasi ombre che convivono nell’animo di Ligabue. L’ infanzia sofferente, cupa, buia dominata dal dolore lascia poi il posto alla luce che invade l’ artista quando finalmente viene riconosciuto il valore della sua arte. Immagini languide e romantiche che mirabilmente rendono l’animo del pittore. “Mi dai un bacio, soltanto un bacio'” chiede Ligabue alla donna che le fa battere il cuore, bacio che purtroppo non verrà  mai dato. Ma lui non si arrende,  sogna, fantastica arriva persino a vestirsi da donna e correre leggero quasi a passi di danza nei prati, visione sublime che sembra quasi rendere l’ immagine del pittore mentre attraversa uno dei suoi dipinti. Arte e vita si fondono, sono un unicum all’interno del quale l’ artista si muove al contempo goffamente e in modo leggiadro.

Questo dualismo pervade tutto il film reso divinamente da un’eccellente fotografia : gioia, dolore, luci ombre, tristezza felicità, arte  vita, vita e morte.

La morte annullata dall’arte, l’arte che vince la morte.

“Non voglio morire voglio continuare a dipingere” dirà Ligabue nella scena finale del film, quasi a ricordarci che la sua arte lo ha reso immortale.

Aveva ragione lui, non si dimentica Ligabue.

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